che proprio su questa storia della tradizione favolistica impernierà uno dei suoi capolavori: il King Lear. Raccontandovi dell’ispirazione che il bardo inglese prende dal racconto dei comici dell’arte che vedrete tra poco in scena non facciamo scortesia alla storia del Teatro, tutt’altro: nelle opere di Shakespeare sono presenti moltissimi rimandi ai canoni della Commedia dell’Arte italiana, e molta sua drammaturgia attua e sviluppa ampi tratti dei canovacci che i comici erano soliti usare per incantare il pubblico di mezzo mondo dopo la loro diaspora dall’Italia nel sedicesimo secolo trovando rifugio nelle diverse corti europee.
Regia: Michele Modesto Casarin
Ideazione drammaturgica: Marco Gnaccolini e Andrea Pennacchi
musiche originali: Alberto Maron e Davide Gazzato
Scene e Costumi: Licia Lucchese
Direttore: Alberto Maron
Soprano: Giuseppina Perna e Ilenia Tosatto
Tenore: Andrea Biscontin
Baritono: Luca Scapin
Soprano: Giuseppina Perna, Ilenia Tosatto
Tenore: Andrea Biscontin
Baritono: Luca Scapin
Ensemble Harmonia Prattica
Realizzazione dei costumi: Caterina Volpato, Alessandra Dolce
Maschere: Stefano Perocco da Meduna
Assistente alla regia: Matteo Campagnol
Allestimento scenico: Teatro La Fenice
Responsabile di produzione: Emanuele Pasqualini
Amministrazione: Flavio Costa
Produzione Fondazione Teatro La Fenice
in collaborazione con Pantakin Commedia, Woodstock Teatro
Troverete molti pensieri e parole di Shakespeare nascere proprio davanti ai vostri occhi e orecchie, parole che diventeranno immortali, e di cui noi ci siamo immaginati la genesi. Il tutto grazie al coraggio e alla ribellione al doge da parte di un capocomico, che decide di fare di uno straniero il re della propria città. E in una Venezia contemporanea, attanagliata dallo spopolamento e dalle lotte per la sua salvaguardia, questa nostra storia si colloca come metafora e auspicio nell’Arte e nella Cultura come possibili regnanti del nostro futuro.