Comunicati Archives - Page 116 of 133 - Teatro La Fenice

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TEATRO LA FENICE DI VENEZIA CONCERTO DI CAPODANNO 2009 TEATRO LA FENICE DI VENEZIA CONCERTO DI CAPODANNO 2009
GISELLE Giselle musica di Adolphe Adam coreografia di Jean Coralli, Jules Perrot e Marius Petipa personaggi e interpreti principali Giselle Anastasia Matvienko / Oksana Shestakova Albrecht Denis Matvienko / Mikhail Sivakov adattamento della coreografia e direzione dell’allestimento Nikita Dolgushin scene e costumi Vyacheslav Okunev compagnia del Teatro Mikhailovskij Orchestra del Teatro La Fenice
ALLE SALE APOLLINEE GLI ALLIEVI DELL€™INTERNATIONALES OPERNSTUDIO DELL€™OPERNHAUS DI ZURIGO domenica 4 maggio 2008 ore 17.00 Internationales Opernstudio Opernhaus Zürich Angela Kerrison soprano Akie Mitsuoka soprano Elsa Giannoulidou mezzosoprano Michael Kelly tenore Andrew Ashwin baritono Davide Fersini baritono pianoforte Thomas Barthel musiche di Georg Friedrich Händel, Francesco Cavalli, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Robert Schumann, Franz Schubert, Felix Mendelssohn-Bartholdy, Hugo Wolf, Kurt Weill, George Gershwin
RASSEGNA INTERNAZIONALE ACCADEMIE DI CANTO ALLE SALE APOLLINEE DEL TEATRO LA FENICE Alle Sale Apollinee gli allievi dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala Prosegue presso le Sale Apollinee la Rassegna internazionale accademie di canto promossa dalla Fondazione Teatro La Fenice in collaborazione con alcune delle principali istituzioni liriche internazionali: dopo gli Opera Studio della Royal Opera House di Londra e dell’Opernhaus di Zurigo, domenica 11 maggio 2008 alle ore 17.00 sarà la volta dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala di Milano. Quattro le giovani voci che si esibiranno a Venezia accompagnate al pianoforte da James Vaughan, coordinatore dello staff musicale del Teatro alla Scala e per lungo tempo primo pianista di sala della Staatsoper di Vienna: il soprano Simge Bűyűkedes, il mezzosoprano Anita Raveli, il tenore Leonardo Cortellazzi e il baritono Simone Piazzola. La prima parte del programma sarà dedicata a liriche da camera italiane e francesi: il Brindisi dalle Sei romanze del 1845 di Giuseppe Verdi (Piazzola), l’Invito alla danza di Ottorino Respighi (Cortellazzi), «Oh, quand je dors» di Franz Liszt su testo di Victor Hugo (Cortellazzi), Fleur jetée op. 39 n. 2 di Gabriel Fauré (Raveli), e due mélodies di Francis Poulenc: C’est ainsi que tu es dalle tre Métamorphoses FP 121 e «Les gars qui vont à la fête» dalle sei Chansons villageoises FP 117 (Bűyűkedes). La seconda parte sarà invece dedicata a brani operistici: il duetto «Au fond du temple saint» dai Pêcheurs de perles di Georges Bizet (Cortellazzi e Piazzola), l’aria «Mon cœur s’ouvre à ta voix» da Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns (Raveli), le due romanze «È la solita storia del pastore» dall’Arlesiana (Cortellazzi) e «Io son l’umile ancella» da Adriana Lecouvreur (Bűyűkedes) di Francesco Cilea, l’aria «O mio Fernando» dalla Favorita di Gaetano Donizetti (Raveli), la morte di Liù «Tu che di gel sei cinta» da Turandot di Puccini (Bűyűkedes) e la morte di Rodrigo «Per me giunto è il dì supremo» dal Don Carlo di Verdi (Piazzola). I biglietti – posto unico non numerato, € 25,00 intero, € 15,00 ridotto studenti, anziani e abbonati – sono acquistabili presso i punti vendita della rete Hellovenezia (Teatro La Fenice, Piazzale Roma, Ferrovia, Mestre, Dolo, Sottomarina) e un’ora prima dello spettacolo presso la biglietteria del Teatro La Fenice. Prossimi appuntamenti della rassegna: domenica 18 maggio Atelier Lyrique dell’Opéra national de Paris; domenica 8 giugno Accademia Rossiniana del Rossini Opera Festival di Pesaro; domenica 15 giugno Opera UCLA della University of California di Los Angeles. ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI DEL TEATRO ALLA SCALA Nata per volontà di Riccardo Muti nell’ottobre 1997 con l’obiettivo di dare continuità storica alla tradizione lirica italiana, l’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala raccoglie l’eredità della gloriosa scuola dei «Cadetti della Scala» voluta da Arturo Toscanini negli anni Cinquanta. Il percorso didattico dell’Accademia, giunta alla conclusione del quinto biennio di corso, si è arricchito in questi anni della presenza di numerosi docenti di fama internazionale quali Leyla Gencer (direttore artistico), Luis Alva, Teresa Berganza, Renato Bruson, Mirella Freni, Christa Ludwig, Leo Nucci, Renata Scotto, Luciana Serra, Shirley Verrett. L’attività di studio si intreccia costantemente con l’inserimento degli allievi nelle produzioni scaligere, a fianco di grandi interpreti e con debutto in ruoli di rilievo. Importante è poi l’attività concertistica – in Italia e all’estero – e la realizzazione di produzioni operistiche, dal Progetto Giovani ogni anno alla Scala, a spettacoli originali per occasioni diverse. La Bohème scaligera del settembre 2000, interamente interpretata dai giovani dell’Accademia, ha rappresentato il coronamento di un percorso artistico iniziato nel 1998 con Giulio Sabino di Giuseppe Sarti (Teatro Alighieri di Ravenna e Teatro dell’Aquila di Fermo) e proseguito con Nina o sia la pazza per amore di Giovanni Paisiello (Teatro Strehler di Milano), Cecchina, o sia la buona figliola di Niccolò Piccinni (Teatro Franco Parenti di Milano, Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Piccinni di Bari) e Chi dell’altrui si veste presto si spoglia di Domenico Cimarosa (Festival Milano Estate). Nella stagione del centenario verdiano (2001) i giovani artisti dell’Accademia hanno interpretato Un giorno di regno, mentre l’anno seguente hanno proseguito nell’opera di riscoperta del repertorio giovanile di Verdi con Oberto, conte di San Bonifacio, con la quale, dopo il debutto scaligero, è stata aperta la stagione 2002-03 del Teatro Carlo Felice di Genova. Nel mese di ottobre 2003 si è aperto un nuovo ciclo artistico dell’Accademia con la messa in scena al Teatro Donizetti di Bergamo, al Teatro degli Arcimboldi e al Teatro Massimo Bellini di Catania di Ugo, conte di Parigi di Gaetano Donizetti, primo atto di una feconda collaborazione con il teatro bergamasco. La collaborazione con l’Ente è proseguita poi con la realizzazione di un altro titolo donizettiano, Parisina. Con il ritorno nella sede del Piermarini, nel settembre 2005 l’Accademia ha messo in scena con successo Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini nello storico allestimento di Jean-Pierre Ponnelle, ripetuto a giugno 2006 al Teatro degli Arcimboldi. Nell’ambito delle celebrazioni del 250º anniversario della nascita di Wolfgang Amadeus Mozart, i giovani artisti hanno interpretato in prima assoluta alla Scala Ascanio in Alba, opera scritta nel 1771 proprio a Milano. Ad Ascanio in Alba ha fatto seguito nel novembre 2007 Così fan tutte nello storico allestimento di Michael Hampe prima e in dicembre, al Piccolo Teatro di Milano, per il decennale dalla scomparsa di Giorgio Strehler, nello spettacolo creato dal grande regista milanese. Il ciclo mozartiano dell’Accademia si completerà nell’autunno prossimo con la messa in scena alla Scala delle Nozze di Figaro, nel celebrato spettacolo di Giorgio Strehler.
28 - 29 E 30 MARZO ANDREY BOREYKO DIRIGE AL TEATRO LA FENICE MUSORGSKIJ, ŠOSTAKOVIč E RAVEL Quarto weekend sinfonico del mese di marzo al Teatro La Fenice, dopo i due concerti beethoveniani diretti da Eliahu Inbal e Yuri Temirkanov il 7-9 e 15-16 marzo (un terzo, diretto da Inbal, seguirà il 4-6 aprile) e il concerto di musiche russe diretto da Temirkanov il 21-22 marzo. Venerdì 28 marzo 2008 alle ore 20.00 (turno S), con repliche sabato 29 alle 20.00 (fuori abbonamento) e domenica 30 alle 17.00 (turno U), il direttore pietroburghese Andrey Boreyko dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice in un concerto imperniato sulla figura di Modest Musorgskij, in ideale collegamento con il Boris Godunov in programma in settembre all’interno della Stagione lirica. Il concerto si aprirà con Alba sulla Moscova, titolo convenzionalmente attribuito al Preludio della Chovanščina, il dramma musicale in cinque atti ispirato alla rivolta degli strel’cy capeggiata nel 1682 dal principe Ivan Chovanskij che Musorgskij lasciò incompiuto e di cui Dmitrij Šostakovič curò nel 1958 una magistrale orchestrazione. Seguirà una composizione originale di Šostakovič anch’essa ispirata, come Boris e Chovanščina, alla storia russa del Seicento: L’esecuzione di Stepan Razin, cantata per basso, coro e orchestra op. 119 su un testo di Evgenij Evtušenko basato sulla vicenda del capo cosacco squartato sulla Piazza Rossa nel 1671. Basso solista Vladimir Vaneev, direttore del Coro Alfonso Caiani. La seconda parte del concerto sarà interamente dedicata alla celebre trascrizione per orchestra realizzata nel 1922 da Maurice Ravel dei Quadri di un’esposizione di Musorgskij, geniale lavoro pianistico composto nel 1874 quale omaggio musicale all’architetto e pittore Victor Hartmann, da poco scomparso. La serale di sabato 29 marzo rientra nell’iniziativa «La Fenice per la città », la pomeridiana di domenica 30 nell’iniziativa «Giovani a Teatro», entrambe nell’iniziativa «La Fenice per la provincia». Composto nel 1874 e mai strumentato, come il resto dell’opera cui Musorgskij lavorò dal 1872 alla morte, lo spartito per pianoforte del Preludio della Chovanščina fu orchestrato due volte: nel 1886 da Rimskij-Korsakov e nel 1958 da Šostakovič, in occasione della versione cinematografica dell’opera curata dalla regista Vera Stroeva. Il titolo Alba sulla Moscova, normalmente utilizzato nelle esecuzioni concertistiche del brano, fu confezionato da Rimskij-Korsakov: il Preludio descrive infatti i colori del nascere del giorno sull’acqua del fiume di Mosca accanto alla Piazza Rossa, dove si svolge la prima scena. È in forma di tema – una sommessa melodia russa di chiaro sapore modale – e variazioni, nutrito di nostalgia verso una Russia arcaica che Musorgskij aveva ricostruito con minuzia nel suo monumentale affresco storico ambientato nel periodo immediatamente precedente l’avvento di Pietro il Grande. Composta da Šostakovič nell’autunno del 1964 e presentata il 28 dicembre nella Sala grande del Conservatorio di Mosca diretta da Kirill Kondrašin con il basso Vitalij Gromadskij, la cantata L’esecuzione di Stepan Razin segue di poco la Tredicesima Sinfonia, anch’essa su un testo di Evtušenko destinato alla voce di basso, anch’essa con l’apporto del coro, anch’essa con una vicenda storica – il massacro di Babij Jar del 1941 – narrata con le tecniche della moderna regia cinematografica. Il testo di Evtušenko formava un capitolo del poema, ancora inedito, La centrale idroelettrica di Bratsk: nella quadreria di personaggi storici su cui riflettere gli attuali destini del popolo russo c’era il cosacco Sten’ka Razin, capo dei contadini insorti nel 1670 contro i boiari. Sui fotogrammi finali della biografia disperata, eroica, del giovane cosacco, Šostakovič costruisce un quadro musorgskiano di russa terribilità , crudo realismo e grande effetto spettacolare, in cui alla brutalità del linciaggio popolare risponde il ghigno amaro del giovane che ha combattuto per uno zar che credeva puro, e dal quale viene ora mandato a morte. Anche i Quadri di un’esposizione furono composti da Musorgskij nel 1874, come il Preludio della Chovanščina. Originale è la scelta di specchiare un’ideale visita al museo – la mostra di quadri di Victor Hartmann organizzata dagli amici per ricordare il pittore recentemente scomparso –, staccata sui fotogrammi successivi dei diversi quadri, in una carrellata di tavole destinate al bianco e nero del pianoforte. L’immagine da oggettiva, ferma, si anima sotto l’azione dell’occhio che ne rimette in moto i contenuti. La composizione esce rapidissima: nel giro di tre settimane è terminata. Nel 1922 Ravel ne restituirà la celebre trasposizione per orchestra che segnerà la definitiva consacrazione in Occidente di Musorgskij. Questi i titoli dei dieci quadri, collegati da alcune Promenades (passeggiate) basate su un tema ricorrente: Gnomus, Il vecchio castello, Tuileries, Bydło, Ballet des poussins dans leurs coques, Samuel Goldenberg und Schmuÿle, Limoges, Catacombae, Baba-Yaga, La grande porte de Kiev. ANDREY BOREYKO Nato a San Pietroburgo, ha studiato direzione d’orchestra e composizione con Elisabeta Kudriavtseva e Alexander Dmitriev presso il locale Conservatorio. Attualmente è direttore principale degli Hamburger Symphoniker e della Berner Symphonie-Orchester oltre che primo direttore ospite dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda. Precedentemente ha diretto le orchestre di Ul’janovsk, Ekaterinburg e Poznan ed è stato direttore principale della Winnipeg Symphony Orchestra e della Jenaer Philharmonie (con cui ha vinto per tre volte il premio dell’Associazione degli Editori Tedeschi per la migliore programmazione concertistica e di cui è oggi direttore onorario) e primo direttore ospite della Vancouver Symphony. Ha diretto le principali orchestre tedesche (Berliner Philharmoniker, Münchner Philharmoniker, Gewandhausorchester di Lipsia, Gürzenich-Orchester di Colonia, Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, le orchestre sinfoniche delle radio di Amburgo e Berlino, Düsseldorfer Symphoniker, Junge Deutsche Philharmonie), europee (Philharmonia di Londra, Orchestra Nazionale Danese, Concertgebouw di Amsterdam, Orchestra Nazionale del Belgio, Orchestre Philharmonique de Radio France, Filarmonica di Stoccolma, Filarmonica di Oslo, Tonhalle di Zurigo, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna, Orchestra Filarmonica Ceca, Orchestra Filarmonica di Varsavia, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, Orchestra del Teatro La Fenice, Orchestra Giovanile della Comunità Europea) e statunitensi (Chicago, Toronto e Boston Symphony Orchestra, New York Philharmonic e le orchestre di Pittsburgh, Detroit, Dallas, Los Angeles e Filadelfia) oltre alle orchestre sinfoniche di Sydney, Melbourne, Adelaide, Perth, Tokyo e Seul. Punto di forza del suo repertorio sono i compositori europei contemporanei, anche se i suoi interessi spaziano da Joseph Haydn a Arvo Paart, di cui ha recentemente diretto Lamentate con l’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda.
YURI TEMIRKANOV E MARIO BRUNELLO AL TEATRO LA FENICE Venerdì 21 marzo 2008 alle ore 20.00 (turno S) con replica sabato 22 alle ore 17.00 (fuori abbonamento) il Teatro La Fenice ospiterà il secondo dei due concerti diretti da Yuri Temirkanov nell’ambito della Stagione sinfonica 2007-2008. Il programma, imperniato su musiche di autori russi, prevede nella prima parte il Secondo Concerto per violoncello e orchestra in sol maggiore op. 126 di Dmitrij Šostakovič, del 1966, solista Mario Brunello. La seconda parte sarà interamente dedicata alla Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, composta nell’estate del 1888. Dedicato a Mstislav Rostropovič, che lo eseguì al Conservatorio di Mosca il 25 settembre 1966 in una serata organizzata per festeggiare i sessant’anni del compositore, il Secondo Concerto per violoncello di Šostakovič, di sette anni posteriore all’estroverso e virtuosistico Concerto n. 1, è un lavoro dolente ed enigmatico, che oltre a essere l’ultima opera concertante dell’autore, segna anche l’inizio della sua ultima fase compositiva. La complessità e la grandiosità della costruzione orchestrale ne fa un’opera sinfonica, tanto che fu descritto come una sinfonia con violoncello obbligato: il solista e l’orchestra collaborano strettamente alla presentazione e allo sviluppo delle idee che si intrecciano in un tessuto orchestrale ruvido e cupo, ma non massiccio, basato su una grande varietà di combinazioni strumentali. Una trama sonora dall’incedere lento, dominata dallo humour amaro di fagotti, controfagotto e percussioni e raramente illuminata da plaghe sonore radiose affidate agli archi e all’arpa, un melodizzare frammentario e spigoloso, un carattere così introverso che sembra avere come unica alternativa quella di abbandonarsi alla farsa; queste le caratteristiche del concerto, che si articola in tre movimenti: un desolato e malinconico Largo, un Allegretto in forma di scherzo e, senza soluzione di continuità , un secondo Allegretto conclusivo che si rapprende alla fine su una nota sola, grave, del violoncello, accompagnata da un ostinato meccanico e martellante dello xilofono. Nata tra «indicibili pentimenti e fieri tormenti» tra il maggio e l’ottobre del 1888, la Quinta Sinfonia di Čajkovskij, oggi uno dei lavori più amati e apprezzati del compositore, segna un momento di profonda crisi nella vicenda personale e compositiva dell’autore, e insieme uno snodo epocale nella storia della sinfonia romantica, giunta a un’importante svolta dopo la ‘seconda fioritura’ degli anni Settanta e Ottanta (Bruckner, Brahms, Borodin, Dvorák, Franck, il primo Čajkovskij). La sensazione dell’avvilito Čajkovskij di non essere più in grado di riaccendere la «generosità tematica» delle sinfonie precedenti corrisponde, sul piano stilistico, al fatto che rispetto alla Quarta la Quinta è strutturalmente basata non più sul principio della elaborazione tematica bensì su quello della perenne, costante, quasi ossessiva trasformazione motivica. Un unico tema ciclico riaffiora nei quattro movimenti, costituiti tuttavia da soggetti indipendenti l’uno dall’altro accostati secondo una logica compositiva basata sull’iterazione e non sullo sviluppo: un Allegro con anima preceduto da un Andante introduttivo dal carattere severo e inesorabile di marcia processionale; l’Andante cantabile con alcuna licenza, vero e proprio centro gravitazionale della sinfonia, che si apre con un’accorata melodia del corno; un Allegro moderato in forma di valzer, tipicamente čajkovskiano nella sua pacata tristezza; il solenne ed enfatico Finale costituito da un grandioso Allegro vivace preceduto da un Andante maestoso che presenta il tema ciclico trasformato in un possente corale in modo maggiore. YURI TEMIRKANOV Dal 1988 è direttore artistico e direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo. È inoltre principale direttore ospite dell’Orchestra Sinfonica della Radio Danese (dal 1998) e del Teatro Bol’šoj di Mosca e direttore emerito della Baltimore Symphony Orchestra. Nato a Nal’čik, nel Caucaso, studia violino, viola e direzione d’orchestra al Conservatorio di Leningrado diplomandosi nel 1965. Vincitore nel 1966 del Concorso pan-sovietico di direzione d’orchestra, è invitato da Kiril Kondrashin a effettuare alcune tournée in Europa e Stati Uniti con il violinista David Oistrakh e l’Orchestra Filarmonica di Mosca. Debutta con l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo nel 1967, dove è dapprima assistente di Mravinskij, quindi direttore principale. Nel 1976 è nominato direttore musicale del Teatro Kirov dove rimane fino al 1988 dirigendo fra l’altro memorabili produzioni di Evgenij Onegin e La dama di picche. È regolarmente invitato a dirigere le principali orchestre europee: Berliner e Wiener Philharmoniker, Staatskapelle di Dresda, London Philarmonic, London Symphony, Concertgebouw, Santa Cecilia, la Scala, Royal Philharmonic di Londra (direttore principale dal 1992 al 1998, quindi direttore laureato), Filarmonica di Dresda (primo direttore ospite dal 1992 al 1997). Negli Stati Uniti dirige regolarmente le principali orchestre di New York, Philadelphia, Boston, Chicago, Cleveland, San Francisco e Los Angeles ed è stato direttore musicale della Baltimore Symphony Orchestra dal 2000 al 2006. Fra i numerosi riconoscimenti che gli sono stati tributati, la Medaglia del Presidente conferitagli nel 2003 da Vladimir Putin, il Premio Abbiati 2003 e, sempre nel 2003, la nomina a «direttore dell’anno» in Italia. È stato recentemente nominato accademico onorario di Santa Cecilia. MARIO BRUNELLO Nato nel 1960 a Castelfranco Veneto, ha iniziato gli studi musicali con Adriano Vendramelli, proseguendoli e perfezionandosi con Antonio Janigro. Nel 1986 vince, primo europeo nella storia del concorso, il Concorso Internazionale Čajkovskij. Da allora suona il suo Maggini del XVII secolo (appartenuto a Franco Rossi del Quartetto Italiano) con tutte le più grandi orchestre e con direttori prestigiosi, tra cui Abbado, Gelmetti, Giulini, Gergiev, Muti, Ozawa, Mehta, Sawallisch. Con uguale passione coltiva la musica da camera, collaborando con solisti come Andrea Lucchesini, Yuri Bashmet, Gidon Kremer, il Quartetto Alban Berg e Giovanni Sollima, di cui ha anche eseguito numerose composizioni. Profondo conoscitore delle possibilità del suo strumento, musicista onnivoro ed interessato ad ogni forma musicale, Brunello è anche un insaziabile sperimentatore. Ha collaborato e collabora con musicisti jazz (Vinicio Capossela, Uri Caine, Gian Maria Testa, Paolo Fresu), attori (Maddalena Crippa e Marco Paolini), scrittori (Baricco, Benni), e sempre le sue interpretazioni ed invenzioni lasciano il segno pubblico e critica. L’ultimo progetto riguarda le Suites di Bach, di cui è considerato oggi uno dei massimi interpreti, con l’ausilio di video-proiezioni ed elettronica. In queste ultime stagioni ha collaborato intensamente con Claudio Abbado e le sue Orchestre del Festival di Lucerna e Orchestra Mozart, con quest’ultima anche in veste di direttore e solista. È stato nominato, più giovane tra tutti, accademico di Santa Cecilia.
ESPLORANDO PINOCCHIO Le peripezie di un bambino di legno per diventare maggiorenne 14, 18 e 19 marzo 2008 Teatro Malibran, ore 10,00 Al Teatro Malibran di Venezia, venerdì 14 marzo (con repliche il 18 e il 19 marzo) alle ore 10,00, debutterà lo spettacolo multimediale Esplorando Pinocchio. Le peripezie di un bambino di legno per diventare maggiorenne, terzo dei quattro spettacoli di teatro musicale per la scuola prodotti per il 2008 dall’Area Formazione, Ricerca, Progetti innovativi del Teatro La Fenice nell’ambito del Programma di cultura narrativa e di aggiornamento metodologico per gli insegnanti intitolato “Viaggi, naufragi e incontri: avventure della fantasia tra credibile e incredibile”, curato da Domenico Cardone e realizzato in collaborazione con l'Assessorato Politiche Educative-Itinerari Educativi della Città di Venezia. Lo spettacolo di parola, immagine, danza e musica, su testo e con conduzione di Domenico Cardone e Valeria Vitale, in prima rappresentazione assoluta, è un viaggio virtuale alla (ri)scoperta delle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, realizzato con percorsi videoanimati nelle invenzioni artistiche dei maggiori illustratori dall’ '800 ad oggi (ben 500 immagini ricavate da edizioni anche rare e fuori commercio) e impreziosito da invenzioni coreografiche su quattordici quadri musicali composti da Gabriele Di Toma eseguiti in scena dall'Ensemble Musicale del Conservatorio “C. Pollini” di Padova” composta da Nicoletta Zannoni (flauto), Carlo Maron (clarinetto), Fiorella Isola (sassofono contralto), Enrico Carraro (violino), Davide Bernardi (violoncello), Giulia Rettore (arpa), Chiara Comparin (pianoforte), Vanni Vespani (percussioni). Le coreografie sono di Laura Moro: ne sono protagonisti danzatori professionisti della Compagnia di danza contemporanea “Il Corpo pensante” diretto da Laura Moro assieme ad allievi del Cantiere di formazione professionale della Fondazione Morello di Castelfranco Veneto. I protagonisti e i ruoli sono: Caterina Basso (Pinocchio, Fata, Mangiafuoco), Maria Francesca Guerra (Pinocchio, Grillo), Alberto Boscolo Chio (Pinocchio, Gatto, Lucignolo), Alice Rusconi (Bambina, Marionetta), Marilù Cardin (Bambina, Marionetta, Volpe), Genny Venerando (Bambina/o, Marionetta), Eleonora Grotto (Bambina, Bambino), Eleonora Fraccaro (Bambina/o, Marionetta). Scene di Massimo Checchetto, costumi di Carlos Tieppo, luci di Vilmo Furian, allestimento del Teatro La Fenice. Lo spettacolo, rivolto ad alunni di scuola primaria e secondaria provenienti da tutto il Veneto per un totale di 1200 spettatori già prenotati e, nell'ultima recita, aperto anche agli universitari e al pubblico adulto in una versione di "lettura" più raffinata e smaliziata, presenterà sulla scena un’aula scolastica del passato: un maestro (Domenico Cardone) e una giovane tirocinante (Valeria Vitale) racconteranno a una classe dapprima un po’ annoiata e poi sempre più infervorata, sorvegliata da un maestro di musica dal talento compositivo (lo stesso M° Gabriele Di Toma) storie di Pinocchio e su Pinocchio dando voce ai personaggi: a ciò che pensano, a ciò che vogliono, a ciò che il testo di Collodi li “costringe a essere e a fare” affinchè la storia possa funzionare. Nel raccontarsi, i personaggi prendono a prestito, dall’autore stesso che li ha creati, i molti stili espressivi che egli è riuscito a far convivere nel suo capolavoro narrativo: così, queste storie si tingono di comicità (come per la baruffa, gli insulti e le botte che si scambiano i due bizzosi falegnami) o di epico, di giallo noir (evocando il tentato assassinio del Grillo parlante o i modi spicci del Gatto e la Volpe) di macabro, di magico e di fantastico, di grottesco, di realistico, di patetico e sentimentale... Mentre questi racconti scorrono, da un grande finestrone dell’aula, scorrono in parallelo le immagini, in un filmato appositamente realizzato dall’Istituto MetaCultura di Roma, quasi a voler dar corpo all’esplosione di immaginario, di interpretazioni, di reinvenzione creativa che l’ascolto e la lettura di questa storia può produrre in ogni spettatore sensibile. La classe è composta da sedici studenti, otto musicisti e otto danzatori, che esprimeranno il proprio coinvolgimento emotivo e narreranno caratteri e relazioni dei personaggi, chi attraverso la musica (i componenti del gruppo strumentale), chi con un irrefrenabile, poetico e umoristico, gioco corporeo (i danzatori) e in tal modo i quattordici quadri musicali composti dal Maestro Di Toma su altrettanti episodi del testo di Collodi, hanno modo di delineare e precisare con nitidezza, "visualizzati" attraverso l’invenzione coreografica di Laura Moro, le forme musicali: le associazioni timbriche, melodiche e armoniche, il dialogo ritmico, etc. in uno stile che, con i suoi accenti e un suono quasi gestuale, invita anche a possibili invenzioni ed esplorazioni psicomotorie una volta ritornati in classe. A tale scopo a tutti gli insegnanti ne è stato donato un cd, mentre, per gli studenti e il pubblico, è stato appositamente pubblicato un “Quaderno di Esplorazione” contenente i testi dello spettacolo, una selezione di illustrazioni e alcune aree di lavoro didattico-musicale. Costo dello spettacolo (durata: 85’): euro 6,00. Biglietti posti in vendita al Teatro Malibran, nei giorni delle rappresentazioni, a partire da un'ora prima dell'inizio.
YURI TEMIRKANOV DIRIGE ALLA FENICE LA QUINTA E LA SESTA SINFONIA DI BEETHOVEN Il direttore russo Yuri Temirkanov dirigerà nel mese di marzo due concerti sinfonici al Teatro La Fenice, uno interamente beethoveniano – nell’ambito dell’integrale delle nove sinfonie prevista nella Stagione 2007-2008 –, l’altro dedicato a musiche russe. Il primo dei due concerti, programmato per sabato 15 marzo 2008 alle ore 20.00 (turno S) con replica domenica 16 alle ore 17.00 (turno U), prevede l’esecuzione di due capisaldi della letteratura sinfonica: la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 e la Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68, Pastorale, di Ludwig van Beethoven. La pomeridiana di domenica 16 è compresa nelle iniziative «La Fenice per la città » e «La Fenice per la provincia», promosse in collaborazione con le Municipalità del Comune di Venezia e la Provincia di Venezia, e rivolte ai residenti nel comune e nella provincia di Venezia. Composta fra il 1804 e il 1808 ed eseguita nel dicembre di quell’anno insieme alla Sesta in un’accademia musicale al Theater an der Wien, la Quinta Sinfonia è considerata come il paradigma del sinfonismo beethoveniano per l’eroica tensione etica incarnata in una dialettica drammatica di straordinaria intensità , coerenza e compattezza. Il celebre motto iniziale («così il destino batte alla porta» secondo le parole dello stesso Beethoven) è cellula generatrice dell’intero primo tempo grazie a una densissima e tesa elaborazione contrappuntistica, alla cui serrata aggressività si contrappone il sereno mi bemolle maggiore del secondo tema. Il secondo movimento, Andante con moto, è costituito da un tema di nobile cantabilità con tre variazioni di grande libertà formale. Segue un Allegro in forma di scherzo con trio, che si snoda a partire da una misteriosa ed inquieta idea iniziale in do minore, punteggiato di richiami al ritmo ‘fatale’ dell’inizio della sinfonia. Una transizione lo collega senza interruzione al gioioso Finale in do maggiore, un’esplosione di volontarismo eroico evidente fin dalla vittoriosa fanfara iniziale riconducibile a modelli francesi rivoluzionari. Iniziata nell’estate del 1807 e portata a termine nel maggio 1808, la Sesta Sinfonia è dedicata al principe Lobkowitz e al conte Razumovskij come la Quinta e, come questa, ha avuto la prima esecuzione il 22 dicembre 1808 al Theater an der Wien, sotto la direzione dell’autore. Nel programma del concerto l’opera era definita come Sinfonia Pastorale, piuttosto espressione del sentimento che pittura, e ognuno dei cinque movimenti portava un’indicazione programmatica: Arrivo in campagna, Scena presso il ruscello, Allegra riunione di contadini, Tempesta, Canto pastorale di ringraziamento alla divinità dopo la tempesta. L’opera si collega quindi al genere della musica a programma settecentesco nel momento stesso in cui lo supera, aprendo un nuovo capitolo nei rapporti fra musica e natura: l’interesse batte sull’«espressione del sentimento» piuttosto che sulla «pittura», e la natura, pur protagonista assoluta dell’opera, entra in gioco in quanto vista e sentita dall’uomo, tempio di una religione della benevolenza che ha nell’uomo il suo centro. YURI TEMIRKANOV Dal 1988 è direttore artistico e direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo. È inoltre principale direttore ospite dell’Orchestra Sinfonica della Radio Danese (dal 1998) e del Teatro Bol’šoj di Mosca e direttore emerito della Baltimore Symphony Orchestra. Nato a Nal’čik, nel Caucaso, studia violino, viola e direzione d’orchestra al Conservatorio di Leningrado diplomandosi nel 1965. Vincitore nel 1966 del Concorso pan-sovietico di direzione d’orchestra, è invitato da Kiril Kondrashin a effettuare alcune tournée in Europa e Stati Uniti con il violinista David Oistrakh e l’Orchestra Filarmonica di Mosca. Debutta con l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo nel 1967, dove è dapprima assistente di Mravinskij, quindi direttore principale. Nel 1976 è nominato direttore musicale del Teatro Kirov dove rimane fino al 1988 dirigendo fra l’altro memorabili produzioni di Evgenij Onegin e La dama di picche. È regolarmente invitato a dirigere le principali orchestre europee: Berliner e Wiener Philharmoniker, Staatskapelle di Dresda, London Philarmonic, London Symphony, Concertgebouw, Santa Cecilia, la Scala, Royal Philharmonic di Londra (direttore principale dal 1992 al 1998, quindi direttore laureato), Filarmonica di Dresda (principale direttore ospite dal 1992 al 1997). Negli Stati Uniti dirige regolarmente le principali orchestre di New York, Philadelphia, Boston, Chicago, Cleveland, San Francisco e Los Angeles ed è stato direttore musicale della Baltimore Symphony Orchestra dal 2000 al 2006. Tutti gli anni a Natale ospita a San Pietroburgo i principali solisti internazionali in occasione dell’International Winter Festival Arts Square. Fra i numerosi riconoscimenti che gli sono stati tributati, la Medaglia del Presidente conferitagli nel 2003 da Vladimir Putin, il Premio Abbiati 2003 e, sempre nel 2003, la nomina a «direttore dell’anno» in Italia. È stato recentemente nominato accademico onorario di Santa Cecilia.