Comunicati Archives - Page 120 of 133 - Teatro La Fenice

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IL BRASILE DI PINA BAUSCH AL TEATRO LA FENICE La compagnia del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch torna al Teatro La Fenice dal 12 al 15 luglio 2007 con la prima italiana di Água, un ‘pezzo’ di Pina Bausch dedicato al Brasile, nato nel 2001 durante una residenza della compagnia a Rio de Janeiro, São Paulo e Bahia e coprodotto con il Goethe-Institut di São Paulo e il produttore brasiliano Emilio Kalil. Lo spettacolo, presentato da Andres Neumann International, è a Venezia in esclusiva per l’Italia e segue di venti giorni il conferimento alla coreografa tedesca del Leone d’Oro alla Carriera della Biennale Danza. Pina Bausch cura regia e coreografia, Peter Pabst scene e video, Marion Cito i costumi. Le musiche, un collage di brani brasiliani dalla samba alla bossa nova a Caetano Veloso, sono montate da Matthias Burkert e Andreas Eisenschneider. Fra gli interpreti, alcuni dei danzatori storici del Tanztheater Wuppertal quali Dominique Mercy, Helena Pikon, le due interpreti italiane Cristiana Morganti e Aida Vainieri e le due brasiliane Regina Advento e Ruth Amarante. Lo spettacolo, in abbonamento nella Stagione lirica e di balletto 2007 della Fondazione Teatro La Fenice, avrà quattro repliche: giovedì 12 (turno A) e venerdì 13 (turno E) alle ore 19.00, sabato 14 (turno C) e domenica 15 (turno B) alle ore 15.30. Água fa parte del ciclo di spettacoli di Pina Bausch dedicati alle città e ai paesi del mondo, iniziato nel 1986 con Viktor (montato per il Teatro Argentina di Roma su invito di Maurizio Scaparro), e proseguito negli anni successivi con coproduzioni ‘in residenza’ a Palermo, Madrid, Vienna, Los Angeles, Hong Kong, Lisbona, ancora Roma, Budapest, Istanbul, il Giappone, la Corea e l’India. In Água Pina Bausch cattura un Brasile in perpetuo movimento, torrido e spettacolare, abitato da un’umanità bruciante di passioni. Un mondo estremo, talora grottesco, sempre traboccante di vitalità . Tanta ironia, un inno all’ineffabile potenza della natura e un universo vivido che risveglia i sensi: anche qui il teatrodanza di Pina Bausch è «tanto rappresentazione della violenza e della repressione quanto celebrazione della vita e del piacere», secondo le parole di Pedro Almodóvar. PINA BAUSCH Nata il 27 luglio 1940 a Solingen (Germania), comincia a studiare danza nel 1955 alla Folkwangschule di Essen diretta da Kurt Jooss, dove si diploma nel 1958. Dal 1959 al 1962 grazie a una borsa di studio del DAAD prosegue gli studi alla Juilliard School of Music di New York. Negli Stati Uniti danza con la compagnia di Paul Sanasardo e Donya Feuer, con il New American Ballet e con il Metropolitan Opera Ballet. Nel 1962 rientra in Germania come ballerina solista del Folkwang-Ballett di Kurt Jooss. A partire dal 1968 le sue coreografie entrano nel repertorio del Folkwang-Ballett, di cui diviene direttore artistico l’anno successivo. Nel 1973 diventa direttrice e coreografa del Tanztheater Wuppertal, con cui ancora oggi firma tutte le sue opere. Fra queste ricordiamo Iphigenie auf Tauris, versione coreografica dell’opera di Gluck (1974); Frühlingsopfer su musiche di Stravinskij (1975, presentata a Venezia nel 1985); Die sieben Todsünden, su musiche di Weill e testi di Brecht (1976, a Venezia nel 1985); Blaubart, dall’opera di Bartók (1977, a Venezia nel 1985); Café Müller (1978, a Venezia nel 1985) e Kontakthof (1978, a Venezia nel 1981 e nel 1985); Arien (1979); 1980 - Ein Stück von Pina Bausch (1980, a Venezia nel 1983 e 1985); Bandoneon (1980, a Venezia nel 1985); Nelken (1982, a Venezia nel 1983); Auf dem Gebirge hat man ein Geschrei gehört (1984, a Venezia nel 1985); Viktor (1986 in coproduzione con il Teatro Argentina di Roma, a Venezia nel 1992); Palermo Palermo (1989 in coproduzione con il Teatro Biondo di Palermo); Der Fensterputzer (1997 in coproduzione con la Hong Kong Arts Festival Society e il Goethe-Institut di Hong Kong); Água (2001, in coproduzione con il Brasile, il Goethe-Institut di São Paulo ed Emilio Kalil); Für die Kinder von gestern, heute und morgen (2002, presentato a Venezia nel 2005); Nefés (2003, in coproduzione con l’International Istanbul Theatre Festival e la Istanbul Foundation of Culture and Arts); Ten Chi (2004, in coproduzione con la Saitama Arts Foundation e il Nippon Cultural Center); Rough Cut (2005, in coproduzione con il LG Arts Center e il Goethe-Institut di Seul); Vollmond (2006); Ein Stück von Pina Bausch (2007, in coproduzione con i Goethe-Instituten dell’India). Oltre ai lavori prodotti con il Tanztheater Wuppertal, Pina Bausch ha curato la regia dell’opera Il castello di Barbablù di Bartók diretta da Pierre Boulez per il Festival di Aix-en-Provence (1998), ha ripreso con il Ballet de l’Opéra National de Paris le sue coreografie di Le sacre du printemps e Orpheus und Eurydike (1997 e 2005) e ha partecipato ai film E la nave va di Federico Fellini (1982) e Hable con ella di Pedro Almodóvar (2001). Il 20 giugno 2007 le è stato conferito il Leone d’oro alla carriera del 5. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia.
LA GRANDE DANZA DI SYLVIE GUILLEM E PINA BAUSCH IN LUGLIO ALLA FENICE Due prestigiosi appuntamenti con la grande danza contemporanea internazionale segneranno il luglio 2007 del Teatro La Fenice. Giovedì 5 luglio alle ore 20.00, serata unica fuori abbonamento, il teatro ospiterà la tappa veneziana della tournée internazionale di PUSH, pluripremiata creazione del coreografo canadese Russell Maliphant interpretata dallo stesso Maliphant e da Sylvie Guillem, da molti considerata come la più grande ballerina della sua generazione, che alle sue interpretazioni classiche come étoile del Ballet de l’Opéra de Paris e come principal guest artist del Royal Ballet di Londra affianca un vivo e costante interesse per la danza contemporanea. Lo spettacolo, prodotto nel 2005 dal teatro Sadler’s Wells di Londra, è composto da tre assoli – Solo per Sylvie Guillem, Shift per Russell Maliphant e Two per Sylvie Guillem – e un passo a due, Push, che dà il titolo alla serata mettendo in risalto il perfetto affiatamento dei due danzatori. Elemento essenziale delle quattro coreografie sono le luci di Michael Hulls che con Maliphant ha realizzato un nuovo linguaggio coreografico basato sull’interazione di luce e movimento. Giovedì 12 luglio alle ore 19.00, con repliche venerdì 13 alle 19.00 e sabato 14 e domenica 15 alle 15.30, andrà in scena in prima esclusiva italiana Água, un lavoro di Pina Bausch ispirato a musiche e atmosfere brasiliane e interpretato dai danzatori del Tanztheater Wuppertal, la compagnia da lei diretta dal 1973. Si conferma così il rapporto privilegiato che unisce la coreografa tedesca alla città di Venezia, iniziato nel 1985 quando primo in Italia il Teatro La Fenice propose nell’arco di un mese una rassegna quasi completa dei suoi spettacoli, proseguito con gli importanti allestimenti di Viktor nel 1992 e Für die Kinder von Gestern, Heute und Morgen nel 2005 e culminato il 20 giugno di quest’anno con il conferimento del Leone d’oro alla carriera nell’ambito del 5. Festival Internazionale di Danza Contemporanea. Le quattro serate di Água, principale appuntamento con il balletto della Stagione di Lirica e Balletto 2007 della Fondazione Teatro La Fenice, sono in abbonamento rispettivamente nei turni A, E, C e B. Informazioni e biglietteria Call center Hellovenezia 041-2424
HUBERT SOUDANT DIRIGE MUSICHE DI SCHUBERT, BERIO E BERLIOZ Venerdì 11 maggio 2007 alle ore 20.00 (turno S), sabato 12 alle 20.00 e domenica 13 alle 17.00 (fuori abbonamento) al Teatro La Fenice il direttore olandese Hubert Soudant tornerà sul podio dell’Orchestra della Fenice per l’undicesimo concerto della Stagione sinfonica 2006-2007 «Incontri». L’Ouverture nello stile italiano D 590 di Franz Schubert aprirà la serata, seguita, nello spirito di «Incontri», da Rendering di Luciano Berio, geniale e poetico «restauro» dei frammenti dell’incompiuta Sinfonia in re dello stesso Schubert. La seconda parte, che vedrà la partecipazione del Coro del Teatro La Fenice diretto da Emanuela Di Pietro, sarà interamente dedicata a musiche di Hector Berlioz (in sostituzione della preannunciata Deutsche Messe di Schubert): i tre Tristia per coro e orchestra op. 18 (Méditation religieuse, La mort d’Ophélie, Marche funèbre pour la dernière scène d’Hamlet) e l’Ouverture del Benvenuto Cellini op. 23. La pomeridiana di domenica 13 è proposta in collaborazione con il Centro di Pastorale Universitaria in occasione dei festeggiamenti per il venticinquesimo anniversario della Casa studentesca Santa Fosca. Composta nel novembre 1817 dopo una rappresentazione viennese del Tancredi di Rossini (citato nel corso dell’Allegro), l’Ouverture nello stile italiano D 590 sarebbe, secondo uno dei primi biografi di Schubert, l’esito di una sorta di scommessa: irritato dagli elogi eccessivi rivolti da un amico alla musica di Rossini, Schubert dichiarò che sarebbe stata per lui cosa facile buttar giù in tempo brevissimo ouvertures del genere in uno stile simile. Nacquero così le Ouvertures D 590 e D 591, con esiti di freschezza, eleganza e sicurezza di scrittura degni della fase conclusiva della sua produzione sinfonica giovanile. Rendering, eseguito per la prima volta dall’orchestra del Concertgebow di Amsterdam nel 1990 (versione definitiva in tre tempi), è il risultato del lavoro di Luciano Berio sui frammenti di una Sinfonia in re maggiore che fu l’ultimo progetto sinfonico di Schubert, brutalmente interrotto dalla morte prematura. Invece di tentare una impossibile e arbitraria ricostruzione, Berio ha operato una sorta di «restauro» degli abbozzi strumentandoli, completandoli e inserendo nelle lacune tra un frammento e l’altro un tessuto connettivo musicale che assume la funzione del muro intonacato nei pezzi perduti di un affresco. Intessuto di materiali schubertiani, fittamente rielaborati in modo da suscitare reminiscenze vaghe, questo «intonaco» è tuttavia manifestamente altra cosa rispetto ai frammenti della sinfonia: annunciato dalla celesta, ne interrompe lo svolgimento ed è sempre caratterizzato da un pianissimo immerso in atmosfere oniriche e «lontane». Esalta la bellezza dei frammenti schubertiani circondandoli di un’aura struggente, facendone percepire poeticamente la distanza dal nostro oggi. Più di qualsiasi altro suo lavoro, Rendering offre uno sguardo intimo e complesso sul rapporto creativo di Berio con i retaggi della storia. I Tristia op. 18 sono una raccolta di tre composizioni scritte da Berlioz tra il 1831 e il 1849 per vari organici e pubblicate nel 1852 in versione definitiva per coro e orchestra. La prima, Méditation religieuse, su un testo del poeta romantico irlandese Thomas Moore tradotto in francese da Louise Belloc, fu composta a Roma, a Villa Medici, durante i 15 melancolici mesi del suo soggiorno italiano come vincitore del Prix de Rome. La seconda e la terza si ispirano invece all’Amleto shakespeariano: La mort d’Ophélie, una delle più caratteristiche e suggestive composizioni brevi di Berlioz, scritta a Londra nel 1848, utilizza come testo una ballata del poeta francese Ernest Legouvé derivata dalle parole con cui nel dramma shakespeariano la regina descrive la morte della «poor Ophelia». La Marche funèbre pour la dernière scène d’Hamlet, composta nel 1844 e ispirata agli ultimi versi della tragedia, pronunciati da Fortebraccio di fronte al cadavere di Amleto, prevede l’utilizzo della grande orchestra con una nutrita sezione di percussioni e con il coro senza parole, utilizzato in funzione timbrica. Nel Benvenuto Cellini, la prima opera di Berlioz, rappresentata all’Opéra di Parigi nel 1838, la tendenza a sfuggire i luoghi comuni della lingua franca dell’opera francese è più che mai evidente. E un universo di infinite sorprese per l’ascoltatore è l’ouverture, composta a opera terminata e spesso riproposta anche nei programmi concertistici nella versione parigina definitiva (ripresa anche a Weimar nel 1856). È chiaro l’intento del compositore di travolgere il suo uditorio attraverso un virtuosismo orchestrale allo stato puro, un’invenzione timbrica che si spinge oltre ogni limite di scrittura tradizionale e un’incredibile ricchezza di effetti strumentali, creati sia con l’aggiunta di strumenti particolari, sia con la spazializzazione dell’orchestra. HUBERT SOUDANT Il direttore d’orchestra olandese Hubert Soudant è stato primo direttore dell’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo per quasi dieci anni. Molto richiesto a livello mondiale, egli ha consolidato la fama di questa formazione orchestrale dandole una connotazione internazionale soprattutto per le grandi interpretazioni in campo sinfonico. Da settembre 2004 il suo ruolo con l’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo è di primo direttore ospite e sempre dall’autunno 2004 è stato nominato direttore principale della Tokyo Symphony Orchestra, oltre ad essere invitato regolarmente come direttore ospite nei principali centri musicali degli Stati Uniti ed Europa. Durante il Festival estivo 2004 di Salisburgo, Hubert Soudant è stato premiato con l’Anello della Città di Salisburgo e la Medaglia d’Oro d’Onore del Land di Salisburgo per il suo contributo artistico alla città . Soudant è nato a Maastricht (Olanda), dove ha studiato prima corno e poi direzione d’orchestra con Jean Fournet. Dopo aver vinto numerosi premi in importanti concorsi internazionali di direzione d’orchestra, tra cui il Von Karajan a Berlino e il Cantelli a Milano, è diventato direttore principale della Nouvel Orchestre Philharmonique de Radio France e dell’Orchestra Sinfonica di Utrecht. La sua brillante carriera internazionale è iniziata come direttore ospite a Parigi, in Germania e come direttore principale dell’Orchestra di Parma, dove nel 1985 è avvenuto il suo debutto lirico. Successivamente ha diretto opere di Verdi e Puccini a Firenze e Bologna. Nel periodo 1985/88 Soudant è stato primo direttore ospite della Melbourne Symphony Orchestra e dal 1994 al 2004 direttore principale dell’Orchestre National des Pays de la Loire. Che si tratti d’opera o di concerti, Hubert Soudant dirige le più prestigiose orchestre europee, tra cui i Berliner Philharmoniker, Bamberger Symphoniker, Wiener Symphoniker. Ha partecipato a festival internazionali quali la Primavera di Praga, Festival di Vienna e il Festival Bruckner di Linz. Nel 1994 Hubert Soudant è stato nominato direttore principale dell’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo. L’interpretazione originale e brillante che egli ha dato del repertorio mozartiano e di opere del periodo classico viennese ha incontrato il favore di pubblico e critica. Entusiastica è stata la risposta anche alla sua versione del repertorio francese, che ama in modo particolare, come pure delle grandi sinfonie di Bruckner e Mahler. Come direttore lirico, ha riscosso un grande successo non solo con Mozart ma anche, ad esempio, con la Daphne di Richard Strauss. Al Festival di Salisburgo Soudant ha diretto molte splendide matinée dedicate a Mozart, come pure una magnifica Jeanne d’Arc di Honegger alla Grosses Festspielhaus. Molteplici tournée dell’orchestra diretta da Soudant in Europa, Stati Uniti e Giappone hanno ottenuto un’accoglienza trionfale.
HUBERT SOUDANT SOSTITUISCE L€™INDISPOSTO MIKKO FRANCK E DIRIGE AL TEATRO LA FENICE MUSICHE DI MOZART E ÄŒAJKOVSKIJ Sabato 5 maggio 2007 alle ore 20.00 (turno S) e domenica 6 alle 17.00 (turno U) al Teatro La Fenice arriva al suo decimo appuntamento la Stagione sinfonica 2006-2007 «Incontri». Sostituendo l’indisposto Mikko Franck, il direttore olandese Hubert Soudant, per dieci anni direttore principale dell’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo oltre che ospite regolare delle più importanti orchestre europee, australiane e giapponesi, dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice in un programma che prevede nella prima parte la Sinfonia n. 29 in la maggiore KV 201 di Wolfgang Amadeus Mozart e nella seconda la Sinfonia n. 6 op. 74, Patetica, di Pëtr Il’ič ÄŒajkovskij, scritta nel 1893 pochi mesi prima della morte. La pomeridiana di domenica 6 maggio rientra nei progetti «La Fenice per la Provincia» (rivolto ai residenti nella provincia di Venezia) e «Giovani a Teatro». La Sinfonia KV 201, composta da Mozart a 18 anni nell’aprile del 1774 dopo il terzo viaggio in Italia (quello del Lucio Silla, 1772-73), ma anche dopo un breve ma determinante soggiorno nella Vienna di Haydn e Gluck effettuato con il padre nell’estate del 1773, è una delle tre grandi sinfonie salisburghesi che segnano l’ingresso del giovane Mozart nell’età adulta. La maturità di questo lavoro, ormai lontano dalle 8 piccole sinfonie d’impronta italiana del 1772, è evidente nella profonda elaborazione tematica che nutre una scrittura di straordinaria scioltezza ed inventività , piena di prodigi timbrici nell’uso di un organico ridotto, limitato ad archi, oboi e corni. La Sesta Sinfonia di ÄŒajkovskij, Patetica, fu composta fra il febbraio e l’agosto del 1893 ed eseguita per la prima volta il 28 ottobre dello stesso anno a San Pietroburgo, nove giorni prima della morte del compositore. Il titolo Patetičeskaja, suggerito dal fratello Modest, va inteso come «piena di emozione appassionata»: ÄŒajkovskij, che la considerava «la migliore e la più sincera di tutte le mie composizioni», alluse a un programma segreto, intensamente personale e autobiografico, che avrebbe ispirato i suoi quattro movimenti: un Allegro non troppo preceduto da un’introduzione Adagio, un Allegro con grazia in 5/4, un vorticoso Allegro molto vivace e il Finale, contro ogni tradizione scritto in tempo lento (Adagio lamentoso). HUBERT SOUDANT Il direttore d’orchestra olandese Hubert Soudant è stato primo direttore dell’Orchestra del Salzburg Mozarteum per quasi dieci anni. Molto richiesto a livello mondiale, egli ha consolidato la fama di questa formazione orchestrale dandole una connotazione internazionale soprattutto per le grandi interpretazioni in campo sinfonico. Da settembre 2004 il suo ruolo con l’Orchestra del Salzburg Mozarteum è di primo direttore ospite e sempre dall’autunno 2004 è stato nominato direttore principale della Tokyo Symphony Orchestra, oltre ad essere invitato regolarmente come direttore ospite nei principali centri musicali degli Stati Uniti ed Europa. Durante il Festival estivo 2004 di Salisburgo, Hubert Soudant è stato premiato con l’Anello della Città di Salisburgo e la Medaglia d’Oro d’Onore del Land di Salisburgo per il suo contributo artistico alla città . Soudant è nato a Maastricht (Olanda), dove ha studiato prima corno e poi direzione d’orchestra con Jean Fournet. Dopo aver vinto numerosi premi in importanti concorsi internazionali di direzione d’orchestra, tra cui il Von Karajan a Berlino e il Cantelli a Milano, è diventato direttore principale della Nouvel Orchestre Philharmonique de Radio France e dell’Orchestra Sinfonica di Utrecht. La sua brillante carriera internazionale è iniziata come direttore ospite a Parigi, in Germania e come direttore principale dell’Orchestra di Parma, dove nel 1985 è avvenuto il suo debutto lirico. Successivamente ha diretto opere di Verdi e Puccini a Firenze e Bologna. Nel periodo 1985/88 Soudant è stato primo direttore ospite della Melbourne Symphony Orchestra e dal 1994 al 2004 direttore principale dell’Orchestre National des Pays de la Loire. Che si tratti d’opera o di concerti, Hubert Soudant dirige le più prestigiose orchestre europee, tra cui i Berliner Philharmoniker, Bamberger Symphoniker, Wiener Symphoniker. Ha partecipato a festival internazionali quali la Primavera di Praga, Festival di Vienna e il Festival Bruckner di Linz. Nel 1994 Hubert Soudant è stato nominato direttore principale dell’Orchestra del Salzburg Mozarteum. L’interpretazione originale e brillante che egli ha dato del repertorio mozartiano e di opere del periodo classico viennese ha incontrato il favore di pubblico e critica. Entusiastica è stata la risposta anche alla sua versione del repertorio francese, che ama in modo particolare, come pure delle grandi Sinfonie di Bruckner e Mahler. Come direttore lirico, ha riscosso un grande successo non solo con Mozart ma anche, ad esempio, con la Daphne di Richard Strauss. Al Festival di Salisburgo Soudant ha diretto molte splendide matinée dedicate a Mozart, come pure una magnifica Jeanne d’Arc di Honegger alla Grosses Festspielhaus. Molteplici tournée dell’orchestra diretta da Soudant in Europa, Stati Uniti e Giappone hanno ottenuto un’accoglienza trionfale.
WILLIAM CLAXTON - PHOTOGRAPHY IS JAZZ FOR THE EYE Veneto Jazz presenta al Teatro La Fenice di Venezia un nuovo evento espositivo dedicato allo straordinario fotografo americano che ha ritratto i maggiori protagonisti della storia del jazz 2 giugno – 26 agosto 2007 Veneto Jazz ritorna al Teatro La Fenice di Venezia con un nuovo evento espositivo. Dopo il successo della mostra dedicata a MIles Davis nell’ottantesimo anniversario dalla sua scomparsa, l’associazione, che firma una dei più importanti festival jazz italiani, celebra uno dei più grandi maestri della fotografia mondiale, William Claxton, autore di ritratti che hanno contribuito alla memoria e al racconto della storia del jazz. La mostra, realizzata in collaborazione con la Regione del Veneto e con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e curata da Camilla Seibezzi con la direzione artistica di Giuseppe Mormile, è visitabile dal 2 giugno al 26 agosto 2007 e contempla 40 foto in bianco e nero che ritraggono i maggiori protagonisti del mondo jazzistico internazionale, icone della musica afroamericana, ma anche foto di strada che interpretano con maestria insuperabile spirito ed atmosfera di un’epoca, soprattutto dell’America degli anni ’60. Un progetto grandioso che ripropone la formula già collaudata di trasformare gli spazi di un teatro, in questo caso uno dei templi della musica mondiale, in spazio espositivo, invadendo saloni, foyer e caffè, per creare connessioni inedite e un nuovo modo di vivere il teatro. L’allestimento prevede infatti un’immersione totale nello spirito di JAZZ LIFE (il titolo di una della più famose pubblicazioni di Claxton) con proiezioni video e gigantografie, oltre naturalmente al nucleo della mostra che ripropone le opere autografate dall’autore. Per oltre cinquant’anni i lavori di William Claxton hanno abbellito innumerevoli copertine di album musicali e di riviste specializzate. Fra il 1959 e il 1960 ha collaborato con il noto musicologo tedesco Joachim Berendt. Insieme attraversarono gli Stati Uniti sulle tracce della musica jazz. Il tutto ha prodotto una straordinaria collezione di fotografie e registrazioni di artisti leggendari così come di sconosciuti musicisti di strada. L’originario frutto delle loro fatiche è il libro Jazz Life (edito da Taschen), diventato un pezzo da collezione e oggetto di culto per gli appassionati di jazz e fotografia di tutto il mondo, dal quale è stato tratto il corpo principale della mostra, che include foto di Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Miles Davis, Muddy Waters, Gabor Szabo, Dave Brubeck, Stan Getz, Billie Holiday, Charlie Mingus, Thelonius Monk, John Coltrane, Charlie Parker, Count Basie e di molti altri. Altre importanti opere sono dedicate al giovane Chet Baker (dal libro Young Chet), spesso mira dell’obiettivo di Claxton che ne ha tratto immagini memorabili, scolpite nel cuore di ogni appassionato. Un viaggio emozionante e poetico nell’anima del jazz, con i toni iconografici del bianco e nero e attraverso lo sguardo a volte intenso, a volte lucido, di un insuperabile maestro della fotografia. William Claxton accompagnato dalla moglie Peggy Moffitt (celebre modella degli anni ’70, anch’ella ritratta in passato dal marito in una serie di famosi scatti) sarà presente all’inaugurazione della mostra, prevista per venerdì 1 giugno 2007, ore 18.30. Il vernissage prevede inoltre un dj set curato da Radio Montecarlo, emittente ufficiale del festival. La mostra “William Claxton – Photography is jazz for the eye” è organizzata da Veneto Jazz in collaborazione con la Regione del Veneto e con il sostegno di Antoveneta ed Enel. Gli altri partner del festival sono Trivellato Mercedes Benz, Bartolini, Trenitalia e Save. Media partner: Radio Montecarlo, Corriere del Veneto e Italia 7. INFORMAZIONI WILLIAM CLAXTON Teatro La Fenice di Venezia a cura di Camilla Seibezzi 1 giugno – 26 agosto 2007 orario: tutti i giorni, 11.00-17.00 (salvo impegni di produzione del Teatro) ingresso: 5 euro intero, 3 euro ridotto durante l’orario di visite al Teatro: 7 euro intero, 5 euro ridotto UFFICIO STAMPA Quinto Potere Comunicazione Tel. 0424 382727 e-mail: ufficiostampa@venetojazz.com Mara Bisinella – cell. 339 6783954 VENETO JAZZ : Tel. 0423 452069, fax 0423 451327 e-mail jazz@venetojazz.com ; www.venetojazz.com
PRESENTAZIONE DEL CONCORSO VETRO ALL€™OPERA GIOVANI DESIGNERS PER LA FENICE Il Teatro La Fenice, in collaborazione con la Facoltà di Design e Arti dell’Università Iuav e il sostegno di Venini, bandisce un concorso d’idee per la progettazione di oggetti in vetro destinati alla vendita e alla promozione dell’immagine del Teatro. Oggetto del concorso sarà lo studio della comunicazione generale del prodotto e della “corporate identity”. Obiettivo principale è promuovere la collaborazione tra istituzioni della città e imprenditoria privata nella realizzazione, grazie al coinvolgimento degli studenti, di nuovi prodotti di merchandising che per design e creatività interpretino il valore culturale e artistico del marchio Fenice. Tutte le fasi di questa attività , dal progetto alla comunicazione, alla produzione, saranno l’esito del lavoro interdisciplinare di docenti e studenti Iuav con la collaborazione del partner Venini. I progetti vincitori, selezionati da una giuria di cui faranno parte rappresentanti Fenice, IUAV e Venini, parteciperanno al workshop, che avrà luogo nelle sedi IUAV e presso la vetreria Venini, per la produzione dei prototipi. Il workshop sarà condotto dal prof. Marco Zito e dal grafico Francesco Messina. Il concorso è stato presentato oggi, giovedì 12 aprile 2007, nelle sale apollinee del Teatro La Fenice, nel corso di una conferenza, in cui sono stati approfonditi gli aspetti culturali e organizzativi alla presenza del direttore artistico Venini Roberto Gasparotto, del direttore del corso di laurea disegno industriale – IUAV Medardo Chiapponi e del Direttore Marketing e Comunicazione del Teatro La Fenice Cristiano Chiarot.
PRESENTAZIONE DEL CONCORSO VETRO ALL€™OPERA - GIOVANI DESIGNERS PER LA FENICE Il Teatro La Fenice,in collaborazione con la Facoltà di Design e Arti dell’Università Iuav e il sostegno di Venini,bandisce un concorso d’idee per la progettazione di oggetti in vetro destinati alla vendita e alla promozione dell’immagine del Teatro.Oggetto del concorso sarà anche lo studio della comunicazione generale del prodotto e della “corporate identity”. Obiettivo principale è promuovere la collaborazione tra istituzioni della città e imprenditoria privata nella realizzazione,grazie al coinvolgimento degli studenti, di nuovi prodotti di merchandising che per design e creatività interpretino il valore culturale e artistico del marchio La Fenice. Tutte le fasi di questa attività ,dal progetto alla comunicazione,alla produzione,saranno l’esito del lavoro interdisciplinare di docenti e studenti Iuav con la collaborazione del partner Venini. I progetti vincitori,selezionati da una giuria di cui faranno parte rappresentanti Fenice,IUAV e Venini, parteciperanno al workshop, che avrà luogo nelle sedi IUAV e presso la vetreria Venini, per la produzione dei prototipi.Il workshop sarà condotto dal prof.Marco Zito e dal grafico Francesco Messina. Il concorso sarà presentato oggi nel corso di una conferenza,in cui saranno approfonditi gli culturali e organizzativi. Interverranno: Giampaolo Vianello-sovrintendente Teatro La Fenice Roberto Gasparotto-direttore artistico Venini Medardo Chiapponi-direttore corso di laurea disegno industriale-IUAV
COLLABORAZIONE QUINQUENNALE TRA TEATRO LA FENICE E PALAU DE LES ARTS REINA SOFíA PER COPRODUZIONI E SCAMBI DI PRODUZIONI OPERISTICHE Una dichiarazione di intenti con la quale si avvia una collaborazione quinquennale 2007/2011 per scambiare e coprodurre opere del 600 e 700 è stata firmata oggi a Venezia tra il sovrintendente del Teatro La Fenice Giampaolo Vianello e l’intendente del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia Helga Schmidt alla presenza del Presidente della Generalitat Valenciana Francesc CAMPS ORTIZ. In particolare le due istituzioni intendono collaborare per valorizzare il patrimonio musicale veneziano e valenciano, attraverso la coproduzione e lo scambio di allestimenti e di produzioni di opere, spettacoli di teatro musicale e concerti legati ad autori, opere, e temi strettamente connessi con la storia e la cultura dei rispettivi paesi. I primi obbiettivi della collaborazione saranno la coproduzione dell’opera L’arbore di Diana di Vicente Martin y Soler nel corso della stagione 2008/2009 e il riallestimento de La Didone di Francesco Cavalli nella sala Martin y Soler del Palau de les Arts sempre nel corso della stagione 2008/2009. Il Palau e la Fenice si attiveranno per definire compiutamente tempi e modi di collaborazione per i singoli progetti, perfezionando gli accordi per le varie collaborazioni in contratti di coproduzione ed ospitalità , organizzeranno, entro il primo semestre di ciascun anno, un incontro tra le direzioni per concordare i progetti comuni, definire i budget e le modalità di realizzazione degli stessi, dichiarando fin d’ora il comune interesse ad allargare ad Istituzioni musicali e culturali di prestigio internazionale la collaborazione sui singoli progetti.