L’Histoire du soldat non è un’opera vera e propria perché manca il canto. Poiché per gli autori era necessario attirare l’attenzione del pubblico, specialmente quello meno colto dei villaggi, la priorità venne data alla parte raccontata a cui la musica doveva essere di supporto nei momenti salienti. La partitura in effetti si presenta come una suite costituita da tanti pezzi separati, ognuno col suo preciso carattere: una marcia, una pastorale, una marcia reale, un tango, un valzer, un rag-time. Secondo le indicazioni degli autori lo spettacolo doveva svolgersi su di un piccolo palco; da un lato vi era il Narratore, seduto su di uno sgabello, di fronte ad un tavolino con una caraffa di vino ed un bicchiere; dal lato opposto stava l’orchestra, mentre nel mezzo della scena agivano i mimi e la ballerina. Le scene disegnate da Auberjonois consistevano in un sipario su cui erano dipinti due zampilli di fontane con una barca posta su di essi e dei siparietti fatti di tela cerata con varie raffigurazioni; questi ultimi venivano arrotolati a mano a seconda dello svolgersi della narrazione.
Con la partecipazione di
adattamento teatrale in lingua italiana
danzatrice e coreografa Emanuela Bonora
costumista Marta Del Fabbro
luci Fabio Barettin
attore e regista Francesco Bortolozzo
direttore Alessandro Cappelletto
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
Strumentisti dell’Orchestra del Teatro La Fenice
Roberto Baraldi violino, Matteo Liuzzi contrabbasso, Simone Simonelli clarinetto, Ai Ikeda fagotto, Guido Guidarelli tromba, Giuseppe Mendola trombone, Claudio Cavallini percussioni
La durata dello spettacolo è di 1 ora senza intervallo