Opera studio – progetto di ricerca
Tra evidenti riferimenti ariosteschi, seppur in parodia, e una sottile eco, nel tono dell’eloquio, al Mondo alla roversa di Goldoni, questa perla del repertorio settecentesco riscoperta dalla Fenice è davvero ricca di sorprese: dall’incipit con la futuristica illustrazione della ‘nave spaziale’ e la visita al ‘museo di tutte le virtù perdute dai terrestri’ per arrivare a un finale in cui le due buffe Frasia e Lesbina accettano di sposare in nozze bigame il duca della Luna Astolfo, mentre i loro fratelli decidono di lasciare il satellite per partire, novelli argonauti, alla ricerca d’altri mondi: va bene tutto pur di non tornar sulla terra, vero regno dei dissennati nel quale il commercio, le guerre e i falsi saperi sono i veri nemici. Quando il barese Piccinni scrisse Il regno della luna per il Teatro di Milano nel 1770, la sua fama era all’apice e le sue opere un punto di riferimento.
Astolfo Jie Bao
Astolfina Dahee Min
Stellante Zhen Zhang
Spaccone Fang Guo
Mercione Jae Hun Jeong
Frasia Sara Fogagnolo
Lesbina Ying Quan
direttore e maestro al cembalo Giovanni Battista Rigon
regia Davide Garattini Raimondi
scene e light designer Paolo Vitale
costumi Giada Masi
assistente alla regia Barbara Palumbo
Orchestra e Coro del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia
maestro del Coro Francesco Erle
prima esecuzione in tempi moderni
edizione: Opera Studio (progetto di ricerca)
a cura di Franco Rossi e Giovanni Battista Rigon
soprattitoli in italiano
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
in collaborazione con Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia